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Il Museo MIIT di Torino presenta la storica ed ampia antologica dedicata a Mariell Chirone Guglielminetti, protagonista dell’arte contemporanea, la cui ricerca è improntata da sempre ad un linguaggio espressivo tra classicità, sperimentazione, tradizione.

L’arte di Mariell Chirone Guglielminetti nasce dal mito greco di Mnemosyne, dalla memoria dell’essenza dell’Uomo e di una bellezza senza tempo, quindi eterna. Come tale, la sua creatività diventa patrimonio di tutti, ci conduce all’esplorazione di noi stessi, rappresentando un’espressione che va oltre l’idea di spazio-tempo, di gusto e percezione soggettiva, celebrando ancora una volta, nella storia dell’arte, il concetto classico di bello, armonia, equilibrio. E’ questa visione mistica e mitica di Dio e dell’Uomo, della natura e del mondo, che da sempre ha avvicinato l’Essere alla conoscenza, a divenire una delle chiavi di lettura dell’opera dell’artista, tra classicità, rinascimento e contemporaneo.

Dai grandi maestri della Grecia antica al Rinascimento, dal genio di Michelangelo, Raffaello, Antonello da Messina, Bellini a Caravaggio o Canova, le sperimentazioni concettuali e stilistiche di Mariell Chirone Guglielminetti ci restituiscono un universo antico e moderno al contempo, grazie alla visione personale dell’artista che indugia sui particolari, li evidenzia e ingigantisce per mostrarne la perfezione e interpretarne concettualmente il significato. Della statuaria greca Mariell Chirone Guglielminetti ci riporta l’armonia e la perfezione formale, quasi un ritorno all’ordine di novecentista memoria. Nascono così le opere della serie dedicata ai busti classici, in cui l’autrice parla, in definitiva, di noi, dell’uomo nella sua semplicità e bellezza naturale, atavica, discesa direttamente da un Eden perduto, ma sempre bramato. In questi dipinti, come in quelli della serie successiva riservata al Rinascimento, l’artista racconta, in definitiva, il suo Essere, la sua essenza, quel desiderio di riscoperta di una sintesi perfetta tra spirito e natura, così ampiamente e appassionatamente ricercata dall’autrice anche nel corso della sua vita. Sempre volutamente a margine delle correnti e delle mode del momento, l’artista ha saputo concentrarsi sul suo più intimo sentire, senza lasciarsi affascinare dalle sirene di una vuota popolarità, che pur avrebbe facilmente raggiunto, preferendo mantenersi isolata nella sua costante ricerca della verità.

“Le mie opere sono il mio Io”, ama ripetere l’autrice e in questa dichiarazione d’amore verso la pittura c’è tutta la passione di una vita, il desiderio di cogliere e immortalare in un attimo di creazione gli istanti che l’hanno resa diversa, migliore, felice. Dallo sguardo intenso e stupito sugli Antichi ai maestri del Rinascimento prima e dell’Illuminismo poi

il passo è stato breve e naturale. Mariell Chirone Guglielminetti è passata dallo studio della forma e del modellato dei capolavori greci, indagati nella serie dei ‘Busti’, rivisitati e reinterpretati, agli esiti realisti e simbolici che Michelangelo ha colto nel raccontare l’Uomo. La serie degli ‘Ignudi’, piuttosto che il ‘Laocoonte’ o il ‘Mosè’ testimoniano la continua ricerca dell’artista sulla bellezza e sulla potenza espressiva, fisica e spirituale, a cui la buona pittura, fatta di mestiere e studio, può arrivare. Il monumentale ‘Trittico degli Schiavi’, piuttosto che lo ‘Schiavo barbuto’ o i ‘Davide’ così potenti e intensi nella loro espressività, proseguono quel percorso artistico incentrato sulla dicotomia corpo-spirito e sulla ricerca della bellezza, così caro all’autrice e agli antichi.

 

BIOGRAFIA

Mariell Chirone Guglielminetti nasce, vive e lavora a Torino: ex insegnante di educazione artistica, dopo aver frequentato l’Accademia delle Belle Arti di Torino è oggi pittrice per passione e la sua arte si ispira a quegli artisti e a quelle opere che hanno rappresentato la cultura della bellezza.

Il percorso interpretativo personalissimo, frutto di ampi ed approfonditi studi pregressi, parte dalla classicità greca (della quale si rievoca l’idea per cui il bello ed il buono sono il fine ultimo della ricerca filosofica e artistica) ed approda agli ultimi tre secoli, passando per gli artisti rinascimentali.

L’ispirazione è tratta dai grandi soggetti del passato: il mondo greco è rappresentato dalla Afrodite di Milo, ma anche dal torso di Michelangelo. Il Rinascimento, rappresentato su molti oli su tela, riproduce tele di Botticelli con la sua Venere viva e cromatica, Cranach con le sue figure più fredde ed eteree, Michelangelo, con la tensione dinamica delle sue figure e le forme ingigantite a dismisura nelle proporzioni e poi ancora Caravaggio, il cui materialismo è visibile nei particolare del Fanciullo con cesto di frutta e nel particolare della Cena in Emmaus. Sono da menzionare anche le tele che ritraggono le anatomie androgine e allo stesso tempo virili di Michelangelo (gli Ignudi su tutti), i soggetti reinterpretati del Bernini, ma anche la grazia delle statue di Canova convertita in pittura; le teste senza viso di De Chirico, le donne stilizzate di Modigliani e quelle altrettanto particolari di Tamara de Lempicka.

L’indirizzo artistico comprende tecniche figurative classiche, moderne e tecniche pittoriche rinascimentali. Inoltre, tecniche di pittura postmoderna con riferimenti al citazionismo, realismo, espressionismo e neoclassicismo.

 

“MARIELL CHIRONE GUGLIELMINETTI. MNEMOSYNE”                     

Dal 19 Aprile al 4 Maggio 2023

INAUGURAZIONE: Mercoledì 19 Aprile 2023 ore 18.00

ORARI MOSTRA: DAL MARTEDI’ AL SABATO 15.30-19.30;  oppure su APPUNTAMENTO

MUSEO MIIT – CORSO CAIROLI 4 TORINO – TEL. +39   011.8129776 – 334.3135903

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