‘St. Claus JOANS. ISOLE DI LUCE’ – DAL 20 SETTEMBRE AL 6 OTTOBRE 2024
Joans è un esploratore del nuovo mondo, di questo terzo Millennio ricco di sfide per l’uomo, per l’ambiente, per il mondo. Il suo viaggio nell’arte contemporanea percorre sentieri inesplorati, lo conduce a incontri inaspettati, sorprendenti, con materiali, idee, nuovi media. Dall’antichità al contemporaneo la luce ha sempre assunto molteplici simbologie e significati e così è anche oggi, per il maestro, che attraverso essa elabora il suo linguaggio maturo, originale, tra simbolo, fantasia, realtà. Dalla sacralità del Sole delle primordiali civiltà alla visionaria interpretazione medioevale del divino, dallo sguardo intimista e drammatico del Caravaggio alle abbacinanti atmosfere nitide e impalpabili dei vedutisti, fino alla moderna e scientifica scomposizione ottica del pointillisme e alle vibrazioni cromatiche e tonali dell’Impressionismo la luce ha rappresentato per l’arte il corrispettivo del Divino, della spiritualità, della ricerca interiore dell’Essere. La contemporaneità ha poi stravolto tali concetti, facendoli propri in maniera spesso anticonvenzionale, a volte perfino irriverenti e comunque sempre partendo da un’idea, da un concetto che si è fatto arte. Basti pensare ai quadri specchianti di Michelangelo Pistoletto, agli Ambienti spaziali di Lucio Fontana, agli Igloo di Mario Merz, in cui natura e tecnologia si fondono in un dialogo serrato e ancora alla Neon Art di Dan Flavin, in cui l’artista celebra la purezza sintetica della luce, fino agli alfabeti contemporanei di Bruce Nauman, che creano percorsi linguistici tra assonanze e spirali di luci, o ancora ai lavori di James Turrell, che gioca con la percezione visiva, tra meditazione e spiritualità. Joans, maestro internazionale dal talento cristallino seguito da ‘Art Deposit’, spariglia le carte del contemporaneo, proponendo un percorso trasversale e unico, che guarda all’antico, all’arte totemica e primordiale, scardinandone però alcuni assiomi primari come la ricerca della purezza della forma e dei volumi, nei suoi lavori spesso scomposti, deflagranti in mille schegge di luce e di materia, oppure alla creatività delle avanguardie novecentiste, dalla Pop Art all’arte cinetica, interpretando però a modo suo i concetti fondanti di un’arte quotidiana, perennemente in bilico tra moda, design, ricerca, sperimentazione. La luce, si diceva, diventa per Joans un linguaggio primario che scaturisce dai materiali, dall’alluminio riflettente come dai policarbonati, dai pvc e dai led, dall’acciaio e dai polimeri che ne esaltano la struttura sintetica, lineare, modulata in assemblaggi scultorei dal potente impatto visivo ed emozionale. Anche l’arte digitale, con il suo effimero, eppure potente, messaggio, rappresenta per Joans un ulteriore strumento di confronto con l’attualità, con le tematiche eterne dell’esistenza, tra passato, presente, futuro. Nell’arte di Joans è forte il richiamo allo spazio, all’ambiente che crea un tutt’uno con le sue creazioni. Nascono così i suoi ‘Omaggio a Gaudì’, come pure il ‘Pony Mirò’, lo ‘Snakemobile’, l’ ‘Arcabarbarca’, il ‘Mississippiboat’ e molte altre invenzioni geniali, quasi leonardesche nella loro complessa articolazione, tra utilizzo quotidiano, design e ricerca della bellezza. Le ‘Superlight sculptures’, la serie ‘Shell’, fondono policarbonati, resine, acciaio inox, led a creare verticali isole di luce, quasi moderne cattedrali gotiche in cui la luce diventa mistero, significato, espressione sacrale, ma anche divertimento, gioco, scommessa sulle nuove frontiere che avvicinano sempre più i confini dell’arredo e dell’arte. Anche la moda viene reinterpretata a modo suo da Joans, con la serie ‘Shoes’, ironiche e scanzonate sculture-calzature degne di una Lady Gaga in gran spolvero, scomposte e formate da elementi trasparenti, oppure da assemblaggi inaspettati. L’arte totemica affascina da sempre l’artista che, attraverso l’utilizzo sapiente della luce, li trasforma in lampade e presenze-simbolo di una divinità contemporanea. I ‘Guardiani della luce’ sembrano invece automi alla ricerca dell’utopia della bellezza: i loro nomi sono quelli delle isole del mar Egeo o dello Jonio, sui loro scudi è riprodotto il profilo topografico dell’isola e sul dorso della scultura l’artista ha inciso le coordinate nautiche per raggiungerle, in un viaggio reale e fantastico alla ricerca… dell’Isola che c’è, nella realtà e nella fantasia. Le Sculture eoliche rappresentano inoltre un ulteriore linguaggio per Joans, che si confronta con le installazioni monumentali, cinetiche, policromatiche, completamente immerse nella luce, nel cielo, nell’ambiente a formare lievi, potenti, solide strutture immaginifiche e visionarie.
Un maestro risolto, Joans, che nella sua continua sperimentazione sa coniugare tradizione, innovazione, studio, esperienza, esplorazione del nuovo, mantenendo sempre vivo il sogno di un Ulisse alla perenne ricerca della scoperta.
(Guido Folco).
‘Claus Joans è un genio primordiale e totemico come un uomo del domani. Quando lavora le materie plastiche, le scolpisce, le tinge, le arricchisce, le illumina di colori e anima per trasformarle in corpi illuminati. In realtà, le sue opere rappresentano vere e proprie sculture dove si unisce l’arte di “estrazione e l’aggiunta”, secondo la migliore tradizione del XVI secolo. Claus Joans utilizza anche i principali temi energetici nei suoi lavori, con lo scopo di trovare un modo alternativo e rinnovabile dell’utilizzo dei materiali. Qualsiasi tecnica è utilizzata al massimo della sua immaginazione per dare voce solo alla creatività’. (Philippe Daverio)
MOSTRA PERSONALE ‘St. CLAUS JOANS. Isole di luce’.
DAL 20 SETTEMBRE AL 6 OTTOBRE 2024. Inaugurazione venerdì 20 settembre dalle ore 18.00
MUSEO MIIT – CORSO CAIROLI 4 – TORINO
ORARI: DAL MARTEDI AL VENERDI 15.30-19.30
SABATO 10.00-12.30 E 15.30-19.30
DOMENICA 10.00-12.30
INFO: 011.8129776 – 334.3135903